Venerdì 5 luglio 2019
Gen 23,1-4.10.19; 24,1-8.62-67; Sal 105 Mt 9,9-13
9 Andando via di là, Gesù vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: «Seguimi». Ed egli si alzò e lo seguì.10 Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. 11 Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: «Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?». 12 Gesù li udì e disse: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. 13 Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori».
Conosco persone sane (forse sante) che siedono a mensa con i peccatori, che vivono fianco a fianco con loro. Non per lavoro o per trarne vantaggi o profitti. Stanno con loro perché sono i malati che hanno bisogno del medico o, più semplicemente, perché non fanno distinzione tra le persone. Io non sono di quelli. Faccio un po’ fatica a stare con chi non mi piace. Non mi resta che accettarlo quando mi capita, non mi resta che allenarmi a non giudicare, non mi resta che ringraziare il Signore per le persone sante che sanno stare con gli ultimi, appoggiarne le iniziative e ricordarle nella preghiera.
UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere „Stare con gli ultimi significa lasciarsi coinvolgere dalla loro vita. Prendere la polvere sollevata dai loro passi. Guardare le cose dalla loro parte.“ — Antonio Bello