Venerdì 5 gennaio
Gv 3,11-21; Sal 99; Gv 1,43-51
Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: «Seguimi». Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro. Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret». Natanaèle esclamò: «Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell’uomo».
Quando ci sembra di sentire la voce del Signore che ci chiama, attraverso la nostra coscienza, attraverso le parole di un amico o di un sacerdote, attraverso un avvenimento che ci scuote, spesso cerchiamo di eludere la chiamata, accampando motivazioni varie o magari screditando la fonte attraverso cui la chiamata è arrivata. Com’è importante invece fidarsi del Filippo di turno e accettare la sfida di verificare la bontà dell’annuncio e cercando di vedere che effetto avrà sulla nostra vita.
UN PENSIERO PER RIFLETTERE: Il fatto di essere alla costante ricerca di Dio, in continua tensione per scoprire la pienezza dell’amore, il desiderio struggente di arrivare alla completa verità, mi dice che ho già assaporato qualcosa di Dio, dell’amore, della verità. Posso cercare solo qualcosa che in qualche modo ho già trovato. (Henri Nouwen)