Venerdì 31 maggio 2019

Sof 3,14-17 opp. Rm 12,9-16b; Cant. Is 12,2-6; Lc 1,39-56

Visitazione della Beata Vergine Maria

In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

Il mese di maggio si chiude con una festa della Madonna. I brani evangelici che parlano di Maria non sono molti e nel corso dell’anno liturgico si ripetono, così come può sembrare ripetitiva la preghiera del rosario o come può sembrare ripetitiva la vita di certe persone (tipicamente possiamo pensare alle casalinghe di una volta o ad altre categorie). Eppure questa ripetitività aiuta a penetrare nel senso delle cose e della vita e a testimoniare la convinzione e la tenacia con cui le viviamo e vogliamo viverle, facendole diventare una cosa sola con noi. Chi vaga da esperienza a esperienza non mi convince. Mi convince di più chi si incarna in certi valori, vivendoli ogni giorno, a costo di apparire noioso. Il Signore apprezza questa tenacia tipica dell’umile, cui non importa di apparire.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE „Maria non è andata da Elisabetta per cantare il Magnificat, ma per aiutarla. Così noi, non dobbiamo andare dai prossimi per svelare il tesoro cristiano che portiamo nel cuore, ma per portare con essi dolori e pesi e dividere gioia e responsabilità.“ —  Chiara Lubich