Venerdì – 3 novembre 2017

Rm. 9,1-5 Sal 147 Lc. 14,1-6

Un sabato si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo. Ed ecco, davanti a lui vi era un uomo malato di idropisia. Rivolgendosi ai dottori della Legge e ai farisei, Gesù disse: «È lecito o no guarire di sabato?». Ma essi tacquero. Egli lo prese per mano, lo guarì e lo congedò. Poi disse loro: «Chi di voi, se un figlio o un bue gli cade nel pozzo, non lo tirerà fuori subito in giorno di sabato?». E non potevano rispondere nulla a queste parole.

Gesù ci vuole liberare da tutte le nostre tare, dai nostri pregiudizi. E’ un’opera difficile. E’ più facile riconoscere peccati e sbagli più grossi, ma proprio per questo è su queste tare che Gesù insiste sovente: esse infatti non ci permettono di capire davvero cos’è bene e cos’è male, offuscano il nostro giudizio e ci portano fuori strada senza che ce ne accorgiamo.

Cerchiamo oggi di riconoscerne una e chiediamo a Gesù di aiutarci a liberarcene per vedere le cose con occhi nuovi.

Un pensiero per riflettere Mi hai fatto povero tra il sorriso delle stelle, mi hai dato un cuore mendicante per le strade… Passai ramingo di porta in porta e, quando la mia borsa si riempiva, tu mandavi a derubarmi.
Al termine della lunga mia giornata vengo a lagnarmi alla soglia della tua ricca casa: ecco la mia sporta vuota! Ti vidi allora scendere a prendermi per mano e mi ritrovai seduto (Tagore)