Venerdì 25 gennaio 2019
Conversione S.Paolo – At 22,3-16 Sal 116 Mc 16,15-18
15 Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura. 16 Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo, ma chi non crederà sarà condannato. 17 E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni, parleranno lingue nuove, 18 prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno, imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
S. Paolo, di cui oggi ricordiamo la conversione, ha vissuto anche questa pagina del Vangelo. Nella settimana in cui la Chiesa ha pregato per l’unità dei cristiani è bello ricordare chi nel cammino del cristianesimo ha sempre cercato di unire. Perchè l’annuncio della buona notizia del Vangelo perde efficacia se si presenta sotto il segno della divisione. La divisione poi non è, come vorrebbero alcuni, avere opinioni diverse, anche su cose importanti, come il comportamento verso i separati o il sacerdozio alle donne: anzi arroccarsi e cercar di troncare il dibattito alimenta distacchi, distanze e divisioni che possono diventare incolmabili. Il dialogo aperto e rispettoso è la strada per ritrovare unità nella diversità e svolgere il compito principale del cristiano: scacciare demoni, guarire i malati, annunciare il Vangelo …..
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere Cristianamente e logicamente la guerra non si regge. Cristianamente, perché Dio ha comandato:”Tu non uccidere”. E “Tu non uccidere”, per quanto si arzigogoli attorno, vuol dire “tu non uccidere”, e per di più si uccidono fratelli, figli di Dio, redenti dal sangue di Cristo; si che l’uccisione dell’uomo e a un tempo omicidio perché uccide l’uomo; suicidio perché svena quel corpo sociale, se non pure quel corpo mistico, di cui l’uccisore stesso è parte; e deicidio perché uccide con una sorta di “esecuzione di effige” l’immagine e la somiglianza di Dio, l’equivalente del sangue di Cristo, la partecipazione, per la grazia, alla divinità. (PRIMO MAZZOLARI)