Venerdì 20 ottobre 2017
Ef 1,11-14; Sal 32 – Lc12,1-7
Nel frattempo, radunatesi migliaia di persone che si calpestavano a vicenda, Gesù cominciò a dire anzitutto ai discepoli: “Guardatevi dal lievito dei farisei, che è l’ipocrisia. Non c’è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all’orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti. A voi miei amici, dico: Non temete coloro che uccidono il corpo e dopo non possono far più nulla. Vi mostrerò invece chi dovete temere: temete Colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella Geenna. Sì, ve lo dico, temete Costui. Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio. Anche i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete, voi valete più di molti passeri.
Una delle cose più belle che provo frequentando molti giovani, per lavoro e per volontariato, è che nel loro mondo vedo poca ipocrisia. Spesso a scuola preferisco stare in classe che in sala professori. Ma una delle cose più brutte che provo è quando proprio qualcuno di questi giovani comincia a battere la strada dell’ipocrisia e perde il coraggio di dire quello che pensa, o parlando per frasi fatte, volte ad accontentare l’ascoltatore (il sottoscritto) o dicendoti sempre sìsì (probabilmente per evitare discussioni e quindi giudicandoti indegno di un rapporto autentico) e poi agendo senza tenerne conto e senza bisogno di giustificarsi.Non so se capita anche a voi.
Un pensiero per riflettere. La visione di nostro Signore e la continua conversazione che avevo con Lui aumentarono di molto il mio amore e la mia fiducia: comprendevo che se è Dio, è anche Uomo, e che come tale non solo non si meraviglia della debolezza umana, ma sa pure che questa nostra misera natura va soggetta a molte cadute, causa il primo peccato che Egli è venuto a riparare. (S. Teresa d’Avila)