Venerdì, 19 gennaio 2018
1Sam 24,3-21; Sal 56; Mc 3,13-19
In quel tempo, Gesù salì sul monte, chiamò a sé quelli che voleva ed essi andarono da lui. Ne costituì Dodici – che chiamò apostoli -, perché stessero con lui e per mandarli a predicare con il potere di scacciare i demòni. Costituì dunque i Dodici: Simone, al quale impose il nome di Pietro, poi Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni fratello di Giacomo, ai quali diede il nome di Boanèrghes, cioè «figli del tuono»; e Andrea, Filippo, Bartolomeo, Matteo, Tommaso, Giacomo, figlio di Alfeo, Taddeo, Simone il Cananeo e Giuda Iscariota, il quale poi lo tradì.
Gesù non desidera camminare da solo. Ama il cammino comunitario. Il Vangelo di Gesù, il suo Spirito è donato a ciascuno di noi singolarmente, ma per l’utilità comune. Siamo chiamati a rispondere alla nostra particolare vocazione, al nostro particolare progetto, ma questo si realizza attraverso la comunione con gli altri, attraverso la fraternità. E nonostante i limiti di ciascuno (vedi Giuda ad esempio). Per questo credo che ad ogni età si dovrebbe sacrificare qualcosa di sé per promuovere i cammini di gruppo: è un’esperienza di fraternità che ci avvicina al Signore, perchè lui stesso l’ha voluta e percorsa con tutto se stesso.
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Apostolo è colui che porta Dio nella sua anima e lo irradia attorno a sé, ne comunica l’eccedenza agli uomini, è un vaso di elezione che riversa, trasuda Dio da tutti i pori: con le parole, le opere, le preghiere, i gesti, gli atteggiamenti; in pubblico e in privato; da tutto il suo essere. (Don Giacomo Alberione)