Venerdì 12 aprile
Ger 20,10-13; Sal 17; Gv 10,31-42
In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Egli disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dèi? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata -, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui.
Una delle cose necessarie al credente è riuscire a cogliere nelle cose che avvengono la realizzazione delle promesse di Dio, contenute nella sua Parola o nelle parole di qualche profeta-testimone (come era Giovanni Battista). Questo è difficile. Lo stesso fatto può essere visto sotto luci diverse. Questo è indubbio. Come si fa allora? La credibilità del testimone-profeta può aiutarci a capire. La logica della croce e dell’amore come chiave di lettura può aiutarci. E poi c’è la fede che apre gli occhi totalmente. Chiediamo al Signore questa fede per noi e anche la forza di essere noi stessi testimoni credibili di quello che la fede ci mostra.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Matura molto lentamente in me, nell’ultimo periodo, una tale “confidenza”, un aver fiducia realmente grande. Un sentirsi al sicuro nella tua mano, mio Dio. E non mi trovo più così spesso divisa dalla corrente profonda in me. E quando sono frenetica o esuberante, non è qualcosa di forzato o di folle, ma è basato sulla sicurezza di quella corrente. E non mi scontro neanche più continuamente con gli angoli acuminati della giornata. (Etty Hillesum)