Venerdì 1 febbraio 2019
Eb 10,32-39; Sal 36 –Mc 4,26-34
26 Diceva: «Il regno di Dio è come un uomo che getta il seme nella terra; 27 dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce; come, egli stesso non lo sa. 28 Poiché la terra produce spontaneamente, prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga. 29 Quando il frutto è pronto, subito si mette mano alla falce, perché è venuta la mietitura». 30 Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? 31 Esso è come un granellino di senapa che, quando viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla terra; 32 ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono ripararsi alla sua ombra». 33 Con molte parabole di questo genere annunziava loro la parola secondo quello che potevano intendere. 34 Senza parabole non parlava loro; ma in privato, ai suoi discepoli, spiegava ogni cosa.
In questo brano il paragone col seme, non si riferisce a ciò che l’incontro col Signore ha seminato in noi, per portare frutto, se troverà terreno buono, ma ai semi che noi sapremo gettare, senza paura, con generosità. I semi sono piccoli, alcuni piccolissimi, quasi invisibili o apparentemente insignificanti. Eppure in quel piccolo seme c’è una grande promessa, quella della spiga, della pianta, dell’ortaggio….. Anche ciò che si semina nel nome del Signore, per piccolo che sia, contiene una grande promessa, perchè il contadino di quel seme è il Signore stesso. Anzi forse più è piccolo o più chi lo semina è “piccolo”, più la cura del contadino sarà premurosa.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere Far dal canto proprio tutto il possibile come se Dio non avesse a far nulla e poi, rimettersi a Dio come se nulla si facesse dal canto proprio. (don Bosco)