Sabato, 5 maggio 2018
At 16,1-10; Sal 99; Gv 15,18-21
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordatevi della parola che io vi ho detto: «Un servo non è più grande del suo padrone». Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
Non è che l’odio di cui parla il Vangelo sia da considerarsi come quell’odio diretto che a volte osserviamo tra due persone. Qui odio sta anche per chi considera un altro insensato o gioisce se le cose gli vanno male o contrasta, a parole o con la vita, l’ideale per cui si vive. E questo odio latente, a volte non dichiarato, esiste anche attorno a noi e, forse, in noi. E ci si accorge che c’è quando qualcuno che cerca di vivere secondo il Vangelo fa un errore o qualcosa gli va male: c’è subito chi è pronto a ingigantire quello che è successo e cercare contraddizione nella vita secondo gli ideali alti del Vangelo. Non caschiamoci anche noi.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Bisogna amarsi in casa, spartire l’amore in casa per imparare a donare agli altri. E poi imparare a dare deve costare, deve farci male perché valga! L’amore che non ci fa soffrire non è vero. La rinuncia a qualcosa che vogliamo avere… questo è amore! (Madre Teresa di Calcutta)