Sabato 27 ottobre 2018

Ef 4,7-16; Sal 121 – Lc 13, 1-9

1 In quello stesso tempo si presentarono alcuni a riferirgli circa quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva mescolato con quello dei loro sacrifici. 2 Prendendo la parola, Gesù rispose: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? 3 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. 4 O quei diciotto, sopra i quali rovinò la torre di Sìloe e li uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? 5 No, vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».6 Disse anche questa parabola: «Un tale aveva un fico piantato nella vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. 7 Allora disse al vignaiolo: Ecco, son tre anni che vengo a cercare frutti su questo fico, ma non ne trovo. Taglialo. Perché deve sfruttare il terreno? 8 Ma quegli rispose: Padrone, lascialo ancora quest’anno finché io gli zappi attorno e vi metta il concime 9 e vedremo se porterà frutto per l’avvenire; se no, lo taglierai».

Non è che se le cose ci vanno bene e le disgrazie capitano agli altri significa che siamo buoni, che ci meritiamo che le cose vadano in un certo modo. Anzi proprio nei momenti migliori dovremmo fare i maggiori sforzi per riconoscere le nostre infedeltà e per cambiare la nostra vita. Questo ci renderà più solidi di fronte agli eventi, qualunque essi siano. E non è mai inutile, e non è mai tardi per fare la revisione di vita. E non è mai tardi e non è mai inutile dare agli altri la possibilità di dimostrare ciò che valgono, dando a loro spazio e stimoli per farlo. Perchè il “padrone” è misericordioso, non ha fretta ed è contento che qualcuno possa zappettare e concimare il noatro terreno ed è contento se noi ci facciamo carico di zappettare e concimare il terreno altrui, soprattutto di chi apparentemente più arido.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

Un pensiero per riflettere Ogni forma di povertà della quale soffrite è uno scandalo. E lo scandalo diventa insopportabile quando si scopre che tali situazioni di miseria sono il risultato della libertà di individui e nazioni, pervertita nell’egoismo, nel potere dominatore, nei comportamenti di indifferenza e di esclusione. (Giovanni Paolo II)