Sabato 26 gennaio 2019

2Tm 1,1-8; Sal 95Lc 10,1-9

1 Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. 2 Diceva loro: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. 3 Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; 4 non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. 5 In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. 6 Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. 7 Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. 8 Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, 9 curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.

Anche oggi il brano con cui preghiamo non segue l’ordine ordinario del Vangelo di Marco perchè la Chiesa ricorda i santi Timoteo e Tito, discepoli di Paolo e annunciatori del Vangelo. Vorrei oggi spezzare una lancia a favore delle offerte che vengono fatte ai parroci. Spesso percepisco scandalo sulle offerte fatte alla Chiesa, basate sul fatto che l’immagine più appariscente della Chiesa è fastosa. Ma, attenti, se le comunità locali e i sacerdoti ricevono abbastanza offerte, saranno più liberi di operare secondo coscienza e non costretti a fare compromessi per tirare avanti. E’ un po’ come in politica: gli scandali sulle truffe non devono farci dimenticare che senza sostegno economico decente, accederanno a ruoli politici solo ricchi o gente disposta a farsi corrompere. “L’operaio è degno della sua mercede”.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

Un pensiero per riflettere La preghiera mi ha salvato la vita. Senza di essa sarei pazzo da molto tempo (Gandhi).