Sabato 25 novembre 2017

1Mac 6,1-13; Sal 9; Lc 20,27-40

Gli si avvicinarono poi alcuni sadducei, i quali negano che vi sia la risurrezione, e gli posero questa domanda: “Maestro, Mosè ci ha prescritto: Se a qualcuno muore un fratello che ha moglie, ma senza figli, suo fratello si prenda la vedova e dia una discendenza al proprio fratello. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette; e morirono tutti senza lasciare figli. Da ultimo anche la donna morì. Questa donna dunque, nella risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie”. Gesù rispose: “I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni dell’altro mondo e della risurrezione dai morti, non prendono moglie né marito; e nemmeno possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, essendo figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgono, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando chiama il Signore: Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe. Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”. Dissero allora alcuni scribi: “Maestro, hai parlato bene”. 40 E non osavano più fargli alcuna domanda.

Ecco un brano in cui Gesù affronta il tema della risurrezione. La prima cosa è riflettere sull’argomento, pregare sull’argomento senza pregiudizi. Secondo, è capire che parliamo di qualcosa di misterioso e grande. A questo punto la risposta di Gesù mette in gioco la nostra fede in Dio. Può il Dio che dà la vita, il Dio per cui hanno vissuto tante persone, interrompere il suo amore? Ha fine l’amore che viviamo? Non proviamo anche noi il sentimento che l’amore che abbiamo ricevuto viva in noi nonostante la morte fisica delle persone che ce l’hanno donato?

Un pensiero per riflettere: Regala cio’ che non hai: Occupati dei problemi del tuo prossimo. Prenditi a cuore gli affanni, le esigenze di chi ti sta vicino. Regala agli altri la luce che non hai, la forza che non possiedi, la speranza che senti vacillare in te, la fiducia di cui sei privo. Illuminali dal tuo buio. Arricchiscili con la tua poverta’. Regala un sorriso quando hai voglia di piangere. Produci serenita’ dalla tempesta che hai dentro. << Ecco, quello che non hai, te lo do >>. Questo e’ il tuo paradosso. Ti accorgerai che la gioia a poco a poco entrera’ in te, invadera’ il tuo essere, diventera’ veramente tua nella misura in cui l’avrai regalata agli altri. (Alessandro Manzoni)