Sabato 20 luglio 2019
Es 12,37-42; Sal 135; Mt 12,14-21
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni.
Il cristiano, seguace di Cristo, si batte contro il male e l’ingiustizia. Egli annuncia a tutti la giustizia, la pace, il bene, in tutte le occasioni in cui lo possa fare. Egli però per portare pace e giustizia non userà mai mezzi coercitivi e violenti, ma solo l’annuncio e la propria testimonianza. Addirittura non urlerà, cioè anche il suo modo di intervenire e di correggere sarà nell’ottica del rispetto pur se lo farà sempre e con fermezza (criticare e cercar di correggere è necessario, senza rancore e senza esclusione verso le persone, però). E’ veramente in cristiani così che può basarsi la speranza del mondo di vedere un giorno trionfare la giustizia. Quella vera, che abbraccia ogni uomo e non solo quelli di una parte.
UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Sempre sul ciglio di due abissi dobbiamo camminare, senza sapere quale seduzione, se del tutto o del nulla, ci abbatterà. (David Maria turoldo)