Sabato 2 giugno 2018
Sir 51,12-20 – Sal 62 Mc 11,27-33
Andarono di nuovo a Gerusalemme. E mentre egli si aggirava per il tempio, gli si avvicinarono i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani e gli dissero: «Con quale autorità fai queste cose? O chi ti ha dato l’autorità di farlo?». Ma Gesù disse loro: «Vi farò anch’io una domanda e, se mi risponderete, vi dirò con quale potere lo faccio. Il battesimo di Giovanni veniva dal cielo o dagli uomini? Rispondetemi». Ed essi discutevano tra sé dicendo: «Se rispondiamo “dal cielo”, dirà: Perché allora non gli avete creduto? Diciamo dunque “dagli uomini”?». Però temevano la folla, perché tutti consideravano Giovanni come un vero profeta. Allora diedero a Gesù questa risposta: «Non sappiamo». E Gesù disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose».
Il tema dell’autorità è cruciale anche oggi. Quasi sempre l’autorità è attribuita a che ha il potere, qualche tipo di potere nella società. Quindi è legata a un titolo, attribuito però a volte in modo poco chiaro. Per questo spesso si è contro l’autorità, pur riconoscendo che sia giusto ci sia chi la deve esercitare. La vera autorità dovrebbe sposarsi con l’autorevolezza che ci si è guadagnati con i fatti, con la propria vita, con l’esercitarla come servizio e in particolare come strumento di giustizia e di uguaglianza. Allora essa viene da Dio, viene dal cieloe contribuisce a costruire qui ed ora il regno dei cieli, il regno di Dio.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
PER RIFLETTERE Noi poveri peccatori invochiamo Maria per l’ora della nostra morte: ella è “porta del cielo”, è assai più di Pietro la “portinaia celeste” che ci rende accessibile l’accesso alla presenza di suo Figlio. (Karl Rahner)