Sabato 14 aprile 2018

At 6,1-7; Sal 32; Gv 6,16-21

Venuta intanto la sera, i discepoli Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

Siamo tutti sulla stessa barca, si dice. E’ un espressione che vale a vari livelli: l’umanità, la Chiesa, la famiglia, il gruppo. E remiamo, remiamo. Spesso la meta ci pare irraggiungibile. Ma continuiamo a remare e cerchiamo di aggiustarci tra noi, cerchiamo di non farci troppe domande e abbiamo difficoltà a remare tutti insieme. Facciamo molta fatica a chiedere aiuto al Signore, per pigrizia, per superbia o perché abbiamo timore che un suo coinvolgimento ci stravolga troppo la vita. Eppure è lui che ci può guidare all’altra sponda, subito. Vinciamo la paura.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa, Dio non cambia. A chi ha Dio nulla manca.(Teresa d’Avila)