Sabato 12 gennaio 2019
1Gv 5,14-21; Sal 149; Gv 3,22-30
22 Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava. 23 Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché c’era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. 24 Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato.
25 Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo la purificazione. 26 Andarono perciò da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano, e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui». 27 Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo. 28 Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui. 29 Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta. 30 Egli deve crescere e io invece diminuire.
Questo brano ha un bellissimo commento nelle lettere di Paolo. Chi si fa carico di annunciare il Signore, affinchè molti lo incontrino e, vivendo il Vangelo scoprano il vero senso della vita e la beatitudine nel viverla in un certo modo, deve continuamente ripetere a se stesso e agli interlocutori che il centro del messaggio è il Signore e non il messaggero. Non esiste il Vangelo di Paolo, di Pietro, di don Franco, di Benedetto XVI, ma esiste solo il Vangelo di Gesù Cristo. L’annunciatore deve diminuire, perchè risalti l’annuncio. Solo quando prevale la voce dello sposo, la sposa può esultare e gioire pienamente, nella fiducia che il proprio annuncio potrà dare dei frutti.
UN PROPOSITO UN INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Per riflettere Che tutti i beni ti diano gioia. Che il sole e la luna ti diano gioia, che le stagioni ti diano gioia. O tu che abiti il mondo sapendo che è la Casa di tuo Padre, a te soprattutto l’uomo tuo fratello dia grande gioia. (S. Hikmet)