n.94 del 11 febbraio 2018

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LA LETTERA DEL PARROCO

Cari amici di Mussotto,
si sono appena spente le luci sulle feste natalizie e già si profila all’orizzonte la festa centrale della nostra fede: la Pasqua, con la lunga preparazione del tempo quaresimale.
Nell’ultima lettera augurio per il Natale, lamentavo il rischio reale della perdita autentica di questa festa, ridotta a celebrazione: consumistica, commerciale con risvolti sentimentali e di “buonismo”.
Ed ora dipende esclusivamente da noi, dal nostro impegno, perché la Pasqua sia vissuta nel suo significato più autentico e sconvolgente: la morte in Croce del Signore. E non sarà facile, perché gli impegni di lavoro, le sirene del consumismo e le molteplici distrazioni, surrogati di felicità che ci offre la nostra società, sono sempre in agguato.
Il tempo quaresimale è più che sufficiente per prepararci alle celebrazioni della Settimana Santa.
Ritengo indispensabile non abbandonare l’impianto della Tradizione, che da secoli pone al centro tre parole: TEMPO DI PREGHIERA, DIGIUNO E CONVERSIONE.

TEMPO DI PREGHIERA
Venerdi 12 gennaio, alla ripresa del catechismo, sono rimasto impressionato dalla massiccia presenza dei nostri ragazzi, in particolare della prima elementare:
sono in 30, simpatici, pieni di entusiasmo. Ho chiesto a loro se conoscevano le tre preghiere fondamentali: il Padre nostro, l’Ave Maria e l’Angelo di Dio. Oggi i
ragazzi sono sinceri: solo in 7 hanno alzato la mano. A tutti, elementari e medie, ho chiesto se avevano partecipato alla Messa di Natale: 60 si, 90 no.
Mi sono rivolto ai Catechisti: rimanete con i “piedi per terra”, ovvero poche nozioni e continuamente ribadite.
A voi genitori: un solo impegno per la Quaresima: un momento al giorno di preghiera insieme e poi la Messa domenicale.

TEMPO DI DIGIUNO
E’ difficile fare proposte. La richiesta della tradizione ecclesiale di astenersi dalla carne nei venerdi di quaresima, ancora in vigore oggi, risulta fragile; credo si debbono ricercare altre forme di digiuno, quando sia rettamente inteso: capacità di dominio del proprio corpo, perché lo spirito sia libero e non schiavo delle proprie passioni..
In ogni caso sono scelte da compiersi a livello familiare. Provo a fare degli esempi concreti: un giorno alla settimana senza accendere la TV, il cellulare, se non in caso di necessità; oppure impegno a non sprecare il cibo, l’acqua; rinuncia ai dolci etc. In ogni caso deve essere una scelta che costa sacrificio.

TEMPO DI CONVERSIONE.
Le prime parole pronunciate da Gesù nel vangelo di Marco: “ Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al vangelo”, ci sono rivolte il Mercoledi delle Ceneri imposte sul nostro capo. Nella luce del motto scelto per l’anno in corso, e che
potete leggere sul vetro della cappella: “ la ricerca di Dio fiorisce dal desiderio di incontrarlo”, lo trovo molto conforme alla prima parola che Gesù dice nel vangelo di Giovanni: “Che cosa cercate”?, che significa: qual è il vostro desiderio più forte? Che cosa desiderate più di tutto dalla vita? Gesù che è il vero maestro del desiderio, ci insegna a non accontentarci, insegna fame di cielo.
Gesù ci invita ad essere persone in ricerca. Perché a tutti manca qualcosa: infatti la ricerca nasce da un’assenza, da un vuoto che chiede di essere colmato.
Che cosa cercate? Per chi camminate? Cammina per Colui che solo può fare felice il tuo cuore.
E’ interessante notare come il mattina di Pasqua Gesù rivolga la stessa domanda alla Maddalena: chi cerchi?
La comunità cerca di venirvi incontro con la preghiera e la riflessione del venerdi sera, momento indispensabile per la verifica del cammino.
E’fondamentale coniugare insieme il momento personale con quello comunitario. Sono le due “gambe” con cui cammina la parrocchia, proprio come avviene per la nostra persona.
Sono sempre più convinto che la Messa Domenicale rimane “Culmine e Fonte” del nostro cammino di fede, come affermano i nostri Vescovi; ma sono altrettanto convinto della necessità di altri momenti di incontro per essere una presenza significativa nel quartiere.
Guai se si incomincia a dire: questo non serve, tanto la gente non vi partecipa, se non i pochi addetti ai lavori; tutto rimane come prima, state perdendo tempo ed energie. Anche a me frullano queste idee, quando alla Messa feriale mi trovo con 6 – 7 persone.
Ma concludo: finchè il Signore mi da forza interiore e la salute mi sostiene, tengo duro.
E per la prossima quaresima mi auguro che molti di voi giungano alla stessa conclusione.

Proviamoci ancora in questa Quaresima 2018,
don Franco