Mercoledì 28 marzo 2018
Is 50,4-9a; Sal 68; Mt 26,14-25
ISAIA 50,4-9
Il Signore Dio mi ha dato una lingua da discepolo, perché io sappia indirizzare una parola allo sfiduciato. Ogni mattina fa attento il mio orecchio perché io ascolti come i discepoli. Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro. Ho presentato il mio dorso ai flagellatori, le mie guance a coloro che mi strappavano la barba; non ho sottratto la faccia agli insulti e agli sputi. Il Signore Dio mi assiste, per questo non resto svergognato, per questo rendo la mia faccia dura come pietra, sapendo di non restare confuso. È vicino chi mi rende giustizia: chi oserà venire a contesa con me? Affrontiamoci. Chi mi accusa? Si avvicini a me. Ecco, il Signore Dio mi assiste: chi mi dichiarerà colpevole? Ecco, come una veste si logorano tutti, la tignola li divora.
Mt 26,14-25
In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: «Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?». Ed egli rispose: «Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli». I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: «In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà». Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». Ed egli rispose: «Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».
Alla vigilia del triduo pasquale la Parola si sofferma ancora sul tradimento di Giuda, non tanto credo per farcelo odiare o per accusare qualcuno, ma per invogliarci a vivere le prossime giornate liberandoci dai nostri piccoli e grandi tradimenti, per vivere più intensamente e per trasformare i segni che la liturgia ci proporrà, attraverso la fede con cui li vivremo, come occasioni di conversione e come il passaggio (la Pasqua) di Dio, attraverso Gesù, nella nostra vita.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UN PENSIERO PER RIFLETTERE
Ci impegniamo noi, e non gli altri; unicamente noi, e non gli altri;né chi sta in alto, né chi sta in basso; né chi crede, né chi non crede.
Ci impegniamo,senza pretendere che gli altri si impegnino,con noi o per conto loro, con noi o in altro modo.
Ci impegniamosenza giudicare chi non s’impegna,senza accusare chi non s’impegna,senza condannare chi non s’impegna,senza cercare perché non s’impegna.
Il mondo si muove se noi ci muoviamo, si muta se noi mutiamo….Si fa nuovo, se qualcuno si fa nuova creatura.
La primavera incomincia con il primo fiore,la notte con la prima stella,il fiume con la prima goccia d’acqua, l’amore col primo pegno.
Ci impegniamo perché noi crediamo nell’amore,la sola certezza che non teme confronti,la sola che basta ad impegnarci perpetuamente. (Don Primo Mazzolari)