Mercoledì 25 ottobre 2017

Rm 6,12-18; Sal 123 Lc 12, 39-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo». Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?». Il Signore rispose: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire”, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».

Penso che a parecchi di noi sia stato dato molto e quindi molto è richiesto. Già solo perchè apparteniamo alla parte del mondo che ci garantisce benessere, istruzione, strumenti moderni, ci viene richiesto molto in termini di attenzione verso la parte di mondo che non ha queste risorse e in termini di generosità. Credo che essere trovati al proprio lavoro sia già molto, cioè essere trovati facendo bene quello che facciamo e vivendo bene quello che siamo. Essere uno studente che studia, un insegnante che insegna e si prepara, un prete che prega e annuncia il Vangelo, ma anche un buon figlio se sei figlio, un buon padre se sei padre, un buon marito, una buona sorella: l’impegno che abbiamo e le relazioni che abbiamo sono già una ricchezza (che qualcuno non ha) e viverle secondo il Vangelo è ciò che il “padrone” desidera ed è ciò che farà più ricca l’umanità di cui siamo parte.

Un pensiero per riflettere: La dolcezza e’ un segno della presenza dello Spirito Santo, e’ uno dei suoi frutti piu’ gradevoli. (Coulin)