Mercoledì 10 gennaio 2018

1Sam 3,1-10.19-20; Sal 39; Mc 1,29-39

In quel tempo, Gesù, uscito dalla sinagoga, si recò subito in casa di Simone e di Andrea, in compagnia di Giacomo e di Giovanni. La suocera di Simone era a letto con la febbre e subito gli parlarono di lei. Egli, accostatosi, la sollevò prendendola per mano; la febbre la lasciò ed essa si mise a servirli. Venuta la sera, dopo il tramonto del sole, gli portavano tutti i malati e gli indemoniati. Tutta la città era riunita davanti alla porta. Guarì molti che erano afflitti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano. Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce e, trovatolo, gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove per i villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni.

Gesù è partito con la sua idea di annunciare il regno di Dio. Non ci sono pause. Il Vangelo di Marco un po’ scarno rende ancora meglio l’idea. Tutti lo cercano. Tanti cercano chi può dare un senso alle speranze che ciascuno si porta dentro. Gesù infatti non solo predica bene, ma razzola anche bene guarendo i malati. Ma ecco uno dei suoi segreti tra le righe: al mattino presto, con le sue migliori energie a disposizione si ritira a pregare. Quali energie dedichiamo al dialogo con il Signore?

UN PENSIERO PER RIFLETTERE:  Trasportami, Signore, dal Tabor della contemplazione, alla pianura dell’impegno quotidiano. E se l’azione inaridirà la mia vita, riconducimi sulla montagna del silenzio. (don Tonino Bello)