Martedì 5 febbraio 2019
Eb 12,1-4; Sal 21 Mc 5,21-43
21 Essendo passato di nuovo Gesù all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla, ed egli stava lungo il mare. 22 Si recò da lui uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, vedutolo, gli si gettò ai piedi 23 e lo pregava con insistenza: «La mia figlioletta è agli estremi; vieni a imporle le mani perché sia guarita e viva». 24 Gesù andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
25 Or una donna, che da dodici anni era affetta da emorragia 26 e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza nessun vantaggio, anzi peggiorando, 27 udito parlare di Gesù, venne tra la folla, alle sue spalle, e gli toccò il mantello. Diceva infatti: 28 «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò guarita». 29 E subito le si fermò il flusso di sangue, e sentì nel suo corpo che era stata guarita da quel male. 30 Ma subito Gesù, avvertita la potenza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi mi ha toccato il mantello?». 31 I discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che ti si stringe attorno e dici: Chi mi ha toccato?». 32 Egli intanto guardava intorno, per vedere colei che aveva fatto questo. 33 E la donna impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. 34 Gesù rispose: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».35 Mentre ancora parlava, dalla casa del capo della sinagoga vennero a dirgli: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». 36 Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, continua solo ad aver fede!». 37 E non permise a nessuno di seguirlo fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. 38 Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava. 39 Entrato, disse loro: «Perché fate tanto strepito e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». 40 Ed essi lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della fanciulla e quelli che erano con lui, ed entrò dove era la bambina. 41 Presa la mano della bambina, le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico, alzati!». 42 Subito la fanciulla si alzò e si mise a camminare; aveva dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. 43 Gesù raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e ordinò di darle da mangiare.
Gesù si è veramente immerso nella vita degli uomini. La scena descritta da Marco è tipica. Confusione, folla, dolori spesso nascosti, ma anche urla, pianti e dolore evidente. E poi richieste di aiuto, più o meno dichiarate, che arrivano da molti posti. E Gesù rivela anche una certa impotenza dell’essere uomo, cioè quella di non poter intervenire su tutto e ci insegna la strada possibile anche per piccole persone come noi: prenditi a cuore un caso, due casi, qualche richiesta e intervieni, porta una parola di speranza, com-patisci: questo atteggiamento consentirà alla potenza di Dio di agire, di manifestarsi e di propagarsi, trasformando in realtà il sogno del regno di Dio.
UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere Non desidero prestigio in nessun luogo. E’ un ornamento necessario alle corti dei re. Io sono il servo di musulmani, cristiani, ebrei, come lo sono degli indù. E un servo non ha bisogno di prestigio, ma di amore. Esso mi è assicurato fin tanto che rimango un servo fedele. L’unica virtù che voglio rivendicare è la verità e la nonviolenza. Non ho alcuna pretesa a poteri sovrumani. Non ne voglio. Ho la stessa carne corruttibile del più debole dei miei simili e sono soggetto all’errore come chiunque. I miei servizi hanno molti limiti, ma Dio finora li ha benedetti, nonostante le loro imperfezioni. (GANDHI)