Martedì 28 agosto 2018

2Ts 2,1-3a.13-17; Sal 95; Mt 23, 23-26 Sant’Agostino

In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell’aneto e del cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste cose bisognava praticare, senza omettere quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello! Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto mentre all’interno sono pieni di rapina e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi netto!».

Uno degli atteggiamenti contro cui si scaglia con maggior forza Gesù è l’ipocrisia. Apparentemente non sembra poter far molti danni l’ipocrisia, se non alterare un po’ le relazioni. Invece Gesù lancia questi ‘guai a voi’ perentori. In questo caso l’ipocrisia è condannata perchè si occupa dell’apparenza anzichè della sostanza. Spesso l’ipocrita, come mi è già capitato, si convince davvero, eseguendo certe operazioni formali, di vivere il valore che questi contengono e si abitua a vivere ipocritamente. E così si sforza di filtrare il moscerino, soprattutto negli altri, e ingoia il cammello. Chiediamoci ogni tanto il senso dei gesti che facciamo e se non siano ormai diventati ipocriti.

UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE E’ meglio essere cristiano senza dirlo che proclamarlo senza esserlo. (Sant’Ignazio di Antiochia)