Martedì 2 gennaio 2018
1Gv 2,22-28; Sal 97; Gv 1,19-28
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaia». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.
E’ venuta nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Quella luce che una volta entrata in noi dovrebbe farci vedere ogni uomo in modo diverso, sotto una luce diversa, quella misericordiosa di Dio che vi scorge un progetto d’amore. Questo non sempre è facile, anzi è difficile, ma mano a mano che si trova intimità con il Signore si è portati ad accettare gli altri come sono, senza rinunciare a correggerli, ma facendo prevalere l’amore per loro, che è l’unica strada per indurre un cambiamento. Ciò che ci cambia davvero è solo la riconoscenza all’amore che gli altri hanno per noi e che Dio ha per noi.
UN PENSIERO PER RIFLETTERE: Il Battista, totalmente aperto al dono di Dio, compie il passaggio dal desiderio al desiderato, dall’attesa all’atteso. È figura di ogni uomo. È figura di ogni uomo che riconosce la luce della PAROLA che brilla nella creazione: è un illuminato che sa di non essere la luce. (Stefano Fausti)