Martedì – 19 settembre 2017

1Tm 3,1-13; Sal 100; Lc 7,11-17
11 In seguito si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. 12 Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. 13 Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!». 14 E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: «Giovinetto, dico a te, alzati!». 15 Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. 16 Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: «Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo». 17 La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.

Gesù può vincere anche contro la morte! Il giovinetto resuscitato, morirà fisicamente di nuovo, comunque. Ma la potenza scaturita dal Signore in questo segno-miracolo ci riempie di speranza per la vita dopo la morte e per il senso che può avere qualunque vita, lunga o corta, perchè la morte fisica non è l’ultima parola. Ci rasserena anche capire che il Dio in cui crediamo, rivelato da Gesù, è capace in certi momenti di compassione verso di noi e di rivolgersi a noi con tenerezza: “Non piangere, Renato”, Dio visita il suo popolo.

Un pensiero per riflettere
Accettiamo noi stessi così come siamo e con gioia,consideriamo ciò che abbiamo ricevuto più che ciò che ci manca, ringraziamo piuttosto che compiangerci. Accettiamo gli altri come sono, diciamo bene degli altri, e diciamolo a voce alta …(Card. Godfried Danneels)