Martedì 16 aprile 2019

Is 49,1-6; Sal 70; Gv 13,21-33.36-38

ISAIA 49,1-6

Ascoltatemi, o isole, udite attentamente, nazioni lontane; il Signore dal seno materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome. Ha reso la mia bocca come spada affilata, mi ha nascosto all’ombra della sua mano, mi ha reso freccia appuntita, mi ha riposto nella sua faretra. Mi ha detto: «Mio servo tu sei, Israele, sul quale manifesterò la mia gloria». Io ho risposto: «Invano ho faticato, per nulla e invano ho consumato le mie forze. Ma, certo, il mio diritto è presso il Signore, la mia ricompensa presso il mio Dio». Ora ha parlato il Signore, che mi ha plasmato suo servo dal seno materno per ricondurre a lui Giacobbe e a lui riunire Israele – poiché ero stato onorato dal Signore e Dio era stato la mia forza – e ha detto: «È troppo poco che tu sia mio servo per restaurare le tribù di Giacobbe e ricondurre i superstiti d’Israele. Io ti renderò luce delle nazioni, perché porti la mia salvezza fino all’estremità della terra».

Gv 13,21-33.36-38

In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire. Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

La glorificazione di cui parla il brano ci richiama la gloria, la gloria di Dio. Soprattutto nel Vangelo di Giovanni questo termine è collegato alle ore di maggior sofferenza di Gesù e ci fa capire che quando Dio glorifica qualcuno lo fa perchè questo qualcuno è pronto a passare attraverso la croce pur di essere fedele a Dio stesso. Non c’è da stupirsi che neanche gli apostoli che hanno vissuto fianco a fianco con Gesù non ci capiscano più niente. Così come noi, di fronte a quello che rimane un mistero: l’unico modo per coglierlo, anche solo in parte è fidarci, affidarci al Signore, dedicandogli del tempo e immergendoci nella sua presenza più che possiamo.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

PER RIFLETTERE La miseria dell’uomo è quella di aver tradito Dio. Nessuna ingiustizia umana sarà davvero riparata fino a quando non sarà riparata questa ingiustizia verso Dio. Ci accusiamo tutti vicendevolmente, e tutti siamo colpevoli. E i più colpevoli siamo noi, cristiani mediocri. Dovremo sempre fare questa confessione e saremo sempre indegni di Cristo. Ma non è più il momento di fare il processo all’uomo quando Dio agonizza nei nostri cuori. (Maurice Zundel)