Martedì 15 maggio 2018
At 20,17-27; Sal 67; Gv 17,1-11a
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi al cielo, disse: «Padre, è venuta l’ora: glorifica il Figlio tuo perché il Figlio glorifichi te. Tu gli hai dato potere su ogni essere umano, perché egli dia la vita eterna a tutti coloro che gli hai dato. Questa è la vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo. Io ti ho glorificato sulla terra, compiendo l’opera che mi hai dato da fare. E ora, Padre, glorificami davanti a te con quella gloria che io avevo presso di te prima che il mondo fosse. Ho manifestato il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me, ed essi hanno osservato la tua parola. Ora essi sanno che tutte le cose che mi hai dato vengono da te, perché le parole che hai dato a me io le ho date a loro. Essi le hanno accolte e sanno veramente che sono uscito da te e hanno creduto che tu mi hai mandato. Io prego per loro; non prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato, perché sono tuoi. Tutte le cose mie sono tue, e le tue sono mie, e io sono glorificato in loro. Io non sono più nel mondo; essi invece sono nel mondo, e io vengo a te».
Gesù alla vigilia della passione fa una bellissima preghiera in cui, nonostante la coscienza che le cose del mondo stanno volgendo al peggio chiede al Padre di essere glorificato, cioè far di sé ciò che può dar gloria a Dio. Così compirà pienamente la sua missione di adesione totale all’amore di Dio e di testimonianza di questo amore agli uomini. Ma come sempre dovrebbe essere, la preghiera a Dio si trasforma in preghiera per i fratelli, innanzitutto i fratelli nella fede. Così sia anche la nostra preghiera.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Io non so come ti prega mio padre, né mio fratello, né mio zio; non so nemmeno come ti pregava la tua madre, Maria. Non so come ti pregano le stelle e i rami di corallo in fondo al mare, né quei cuscini di muschio che fioriscono in alto, sulle rocce. Non so come ti prega il gatto e il topo, e la pulce nel pelo del topo. In fondo, Signore, non so nemmeno come prego io. So come preghi Tu: come mormori piano, in fondo al cuore; ed io sto appena ad ascoltare. (Adriana Zarri)