Lunedì – 9 ottobre 2017

Giona 1,1-2,1.11; Cant. Giona 2,3-5.8 Lc 10,25-37

In quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai». Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così».

Gesù ci invita allo stesso tempo a conoscere meglio il Vangelo, la Legge di Dio, che poi è lui stesso, ma anche a tradurla correttamente nella vita, a non tradirla con interpretazioni di comodo: l’amore per Dio, quello vero, si manifesta nell’amore verso il prossimo. Quale prossimo? Dovunque ci portano le nostre scelte e la nostra strada c’è un prossimo, come per il samaritano che incontra un uomo di religione diversa e con il cui popolo c’era inimicizia, ma sempre uomo. Chissà quale prossimo incontreremo oggi. Chissà se sapremo guardarlo negli occhi e riconoscere i suoi bisogni.

Un pensiero per riflettere In tutta la vita non c’è cosa più importante da fare che chinarsi perché un altro, cingendoti il collo, possa rialzarsi. ( Annalena Tonelli)