Lunedì 8 gennaio 2018
1Sam 1,1-8; Sal 115; Mc 1,14-20
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù si recò nella Galilea predicando il vangelo di Dio e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo». Passando lungo il mare della Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Seguitemi, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito, lasciate le reti, lo seguirono. Andando un poco oltre, vide sulla barca anche Giacomo di Zebedèo e Giovanni suo fratello mentre riassettavano le reti. Li chiamò. Ed essi, lasciato il loro padre Zebedèo sulla barca con i garzoni, lo seguirono.
Quando si incomincia a leggere un Vangelo, in particolare quello secondo Marco, che è stato il primo, bisogna ricordare il motivo per cui sono state messe per iscritto le parole e i gesti di Gesù. Il motivo lo si può trovare nel brano stesso di oggi ai versetti 15 e 17. Il regno di Dio con Gesù è diventato alla portata degli uomini. Chi ha ricevuto il dono di comprendere questo si sente chiamato a diventare pescatore di uomini, annunciando il vangelo-buona notizia a quante più persone possibile e a sforzarsi, aiutandosi gli uni gli altri, a viverlo e a incontrare il Signore nella propria vita. L’evangelista non si preoccupa tanto del rigore storico, ma che si possa cogliere il nucleo del messaggio: chi è Gesù e chi sono i suoi discepoli.
Un pensiero per riflettere: «La mia vocazione ha avuto tre qualità; fu innanzitutto improvvisa: per quanto io amassi la vita devota in quei tempi di massoneria e liberalismo imperanti, pure non pensavo alla vita ecclesiastica: di colpo il Signore mi mandò la sua luce; fu irresistibile: sentivo che non potevo sottrarmi all’azione della grazia: dovevo assolutamente cedere; fu sicurissima: dopo quel lume io fui assolutamente certo che Dio mi chiamava, non potevo più dubitare che il Signore mi voleva per quella via». (Annibale M. Di Francia)