Lunedì, 30 aprile 2018
At 14,5-18; Sal 113B; Gv 14,21-26
In quel tempo, il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui». Gli disse Giuda, non l’Iscariota: «Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi, e non al mondo?». Gli rispose Gesù: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
In questo brano è evidente l’unità e la molteplicità del nostro Dio. Il mistero della fede nella Trinità. C’è una tale unità di intenti fra il Padre creatore dell’uomo, il Figlio che si fa carne, si fa uomo, vive da uomo come Dio lo vuole, e lo Spirito Santo che vive in noi per rendere attuale, presente ciò che potrebbe sembrare qualcosa avvenuto tanto tempo fa e che rimane come esempio, ma lontano da noi, dal nostro mondo. Solo guardando a Dio con la complessità che deriva dalla dinamica di queste tre realtà lo potremo cogliere pienamente.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Dio Trinità, Padre e Figlio e Spirito Santo, vengono a noi quando noi andiamo a loro: vengono a noi soccorrendoci, noi andiamo a loro obbedendo; vengono a noi illuminandoci, noi andiamo a loro contemplandoli; vengono riempiendoci della loro presenza, noi andiamo accogliendoli. Essi non si mostrano a noi in modo esteriore ma interiore, e la loro dimora in noi non è transitoria ma permanente. (Sant’Agostino)