Lunedì 3 giugno 2019

At 19,1-8; Sal 67; Gv 16,29-33

In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!».

Il nostro cammino di fede è fatto spesso di adesioni piene di entusiasmo e di tradimenti. Questi tradimenti spesso sono associati a tribolazioni. Ma Gesù non ci condanna, ne soffre, ma non ci condanna. Anzi ci invita a non perdere la speranza, in noi, ma soprattutto in lui, perchè lui non viene meno ed è sempre pronto a riprendere il cammino con noi. Perciò facciamoci coraggio: nessuna tribolazione ci può separare definitivamente da Cristo, se noi non lo vogliamo.

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE Non sono un visionario. Mi ritengo un idealista pratico. La religione della nonviolenza non è intesa soltanto per i saggi indù e per i santi. E’ intesa anche per la gente comune. La nonviolenza è la legge della nostra specie, come la violenza è la legge dei bruti. Lo spirito giace in letargo, nel bruto, ed egli non conosce altra legge che non quella della forza fisica. La dignità umana chiede che si obbedisca a una legge più alta: alla forza dello spirito. (Mahatma Gandhi)