Lunedì 11 marzo 2019
Lv 19,1-2.11-18; Sal 18; Mt 25,31-46
31 Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli, si sederà sul trono della sua gloria. 32 E saranno riunite davanti a lui tutte le genti, ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri, 33 e porrà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il re dirà a quelli che stanno alla sua destra: Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo. 35 Perché io ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, 36 nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi. 37 Allora i giusti gli risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo veduto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 Quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato, o nudo e ti abbiamo vestito? 39 E quando ti abbiamo visto ammalato o in carcere e siamo venuti a visitarti? 40 Rispondendo, il re dirà loro: In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me. 41 Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. 42 Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; 43 ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. 44 Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? 45 Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me. 46 E se ne andranno, questi al supplizio eterno, e i giusti alla vita eterna».
Il brano che abbiamo letto ci invita ad essere molto concreti, non tanto nel giudicare gli altri, ma noi stessi. In questi primi giorni di quaresima spesso la Parola ci invita non solo a fare gesti, più o meno simbolici, ma significativi del nostro desiderio di aderire al Vangelo (“convertitevi e credete al Vangelo”), ma a depurare questi gesti da ogni ipocrisia, rendendoli autentici, al punto di farli senza che lo sappia nessuno o, comunque, con molta delicatezza verso il prossimo: ne saremo capaci?
UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Tutti sospiriamo per il cielo dove sta Dio, eppure abbiamo la possibilità di stare in cielo fin da questo momento, di essere felici con Dio in questo stesso istante. Essere felici con lui in questo stesso istante significa amare come lui ama, aiutare come lui aiuta, dare come lui dà, servire come lui serve, salvare come lui salva, restare con lui ventiquattro ore al giorno, toccandolo sotto le sue sembianze di sofferenza. (Madre Teresa di Calcutta)