Lunedì 1 aprile 2019

Is 65,17-21; Sal 29; Gv 4,43-54

In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch’essi infatti erano andati alla festa. Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l’acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va’, tuo figlio vive». Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un’ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia. Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.

Gesù è preoccupato per le persone, è preoccupato per noi, per l’atteggiamento con cui affrontiamo la vita. Vede che la nostra fede e fiducia è sempre condizionata dalla necessità di vedere segni e prodigi, di vedere l’effetto più o meno immediato che le nostre convinzioni generano. E questo vale nel rapporto con Dio e in quello con gli altri. Ma la vera fede e la vera fiducia sono sapersi affidare anche nei momenti in cui i segni e i prodigi non li vediamo (magari ci sono, ma non li vediamo). E’ più facile trovare motivi per scoraggiarsi che per credere, anche perchè credere porta al desiderio di cambiare: che fatica!

UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

UN PENSIERO PER RIFLETTERE Una grande miseria mi sembrano gli uomini, essi sanno molto bene ciò che è loro dovuto e sentono così poco quello che debbono agli altri. (Francesco di Sales)