Giovedì 29 marzo 2018
GIOVEDI’ SANTO Es 12,1-8.11-14; Sal 115; 1Cor11,23-26; Gv 13,1-15
Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine. Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda, figlio di Simone Iscariota, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l’asciugamano di cui si era cinto. Venne dunque da Simon Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?». Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo». Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai i piedi in eterno!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non avrai parte con me». Gli disse Simon Pietro: «Signore, non solo i miei piedi, ma anche le mani e il capo!». Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti». Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».
Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese le sue vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi? Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.
UN PENSIERO PER RIFLETTERE: Prima della Pasqua, Gesù, levatosi il mantello, riempito un catino d’acqua, lava i piedi ai suoi discepoli. Pietro non vuole: “Signore, tu lavi i piedi a me?” Ma il Maestro lo convince: solo così potrà “aver parte” con Lui, cioè potrà essere IN COMUNIONE con Lui. Dopo aver lavato i piedi a tutti, si siede e dice: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho dato l’esempio, perché come ho fatto io, facciate anche voi….Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica.
Il servizio reciproco, l’amore vicendevole che Gesù insegna con questo gesto, è, dunque, una delle beatitudini insegnate da Gesù. L’evangelista Giovanni ricorda altre due beatitudini: quella della fede, per la quale chiama beati quelli che credono senza vedere, e quella dell’amore, per la quale sono beati coloro che si amano a vicenda.
Il gesto della lavanda dei piedi è, infatti, una illustrazione chiara, concreta ed efficace del comandamento dell’amore: Gesù vuol dare ai suoi discepoli un insegnamento di quell’umiltà che è base dell’amore. Egli lavando i piedi, diventa immagine e trasparenza del Padre; dice chi è Dio: Dio è Amore. Con la lavanda dei piedi, Gesù mostra chiaramente che non è venuto per essere servito ma per servire; ciò che Gesù compie non è un atto isolato di amore ed umiltà, ma il simbolo di tutta la sua condotta, del suo amore che arriva fino al dono della vita.
“Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri”. Proprio perché Gesù è il Signore e il Maestro, il suo esempio diventa norma per i suoi. La Comunità cristiana è invitata a farne la regola d’oro della propria vita. Gesù lo esprimerà come legge fondamentale della Chiesa: il discepolo deve amare i suoi fratelli come Lui stesso ci ha amati.
Realizzare ciò che Gesù ci ha comandato significa comprendere che la nostra vita di cristiani ha senso se viviamo “per” gli altri, se concepiamo la nostra esistenza come un servizio ai fratelli, se impostiamo tutta la nostra vita su questa base. (Chiara Lubich)