Giovedì 13 giugno 2019
2Cor 3,15-4,1.3-6 – Sal 84 Mt 5,20-26
20 Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. 21 Avete inteso che fu detto agli antichi: Non uccidere; chi avrà ucciso sarà sottoposto a giudizio. 22 Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello, sarà sottoposto a giudizio. Chi poi dice al fratello: stupido, sarà sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: pazzo, sarà sottoposto al fuoco della Geenna. 23 Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24 lascia lì il tuo dono davanti all’altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono. 25 Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei per via con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia e tu venga gettato in prigione. 26 In verità ti dico: non uscirai di là finché tu non abbia pagato fino all’ultimo spicciolo!
Di fronte a questa pagina chi di noi non si sente un po’ in colpa? Se c’è, beato lui! Ma il senso di colpa non sta solo lì per farci star male. E’ un po’ come la correzione che ci viene fatta. Non è per umiliarci, ma per cercare dentro di noi lo spunto, l’energia, il coraggio per migliorare. Già lo slancio per recuperare le occasioni perdute ci può ridare vita e vitalità. La riconciliazione non è atteggiamento di rinuncia e di sconfitta, ma scelta di non rinunciare agli ideali solo perchè sono difficili: lì ci attende il regno dei cieli.
UN PROPOSITO UN’ INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere La vera nostra vita religiosa di cattolici sta nell’ essere missionari, le Chiese che non si propagano, le Chiese senza apostolato, nonostante ogni apparenza contraria, sono destinate a morire. Quando non si cresce più si decade e le acque che non si muovono diventano stagnanti. (Padre Paolo Manna)