Giovedì – 11 ottobre 2018
Gal 3,1-5; Cant. Lc 1,69-75 – Lc 11,5-13
5 Poi aggiunse: “Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, 6 perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; 7 e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; 8 vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.9 Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 10 Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 11 Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? 12 O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? 13 Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!”.
Serve chiedere? Ma se uno ci ama dovrebbe già sapere ciò che desideriamo e ciò di cui abbiamo bisogno. Penso però che il chiedere, il cercare, il bussare, nella fiducia di poter essere esauditi, sia un atteggiamento che predispone a ricevere il dono. Il dare per scontato invece ci chiude nell’orgoglio, nella presunzione. Credo che spesso si enfatizzi l’importanza del dare, ma credo che altrettanto importante sia saper ricevere per il cristiano, che non si sente mai completo e perfetto, bisognoso dell’altro: delle altre persone e di Dio stesso.
UN PROPOSITO UN INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO
Un pensiero per riflettere “Io non sono la sola ad essere stanca, malata, triste o ansiosa, io sono tutt’uno con milioni di altri nel corso dei secoli, tutto questo è la vita.” (Etty Hillesum)