Giovedì, 1 febbraio 2018
1Re 2,1-4.10-12; Sal 1Cor 29,10-12; Mc 6,7-13
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.
Ascoltare questa esortazione di Gesù ai propri discepoli, come noi vorremmo essere, credo sia salutare, ma anche difficile. Mi sembra che per il nostro viaggio ci circondiamo di molto più di quanto sarebbe necessario. Alla lunga tutte le cose che via via reputiamo necessarie per una vita come si deve, ci allontanano dal senso stesso del viaggio. Naturalmente i tempi sono cambiati, ma vale la pena ogni tanto chiedersi se tutte queste cose che abbiamo servano davvero o riempiano solo qualche vuoto, qualche insicurezza, qualche mancanza di fede. La mente va allora ai molti missionari che conosco che sono partiti con il solo obiettivo di annunciare la gioia del Vangelo. Grazie.
UN PENSIERO PER RIFLETTERE Cristo non ha più le mani, ha soltanto le nostre mani per fare il suo lavoro oggi.
Cristo non ha più piedi, ha soltanto i nostri piedi per guidare gli uomini sui suoi sentieri.
Cristo non ha più voce, ha soltanto la nostra voce per raccontare di sé agli uomini di oggi.
Cristo non ha più forze, ha soltanto il nostro aiuto per condurre gli uomini a sé.
Noi siamo l’unica Bibbia che i popoli leggono ancora; siamo l’unico messaggio di Dio scritto in opere e parole.
(Anonimo fiammingo del XIV secolo)