Domenica 7 gennaio 2018

BATTESIMO DI GESU’

ISAIA 55,1-11; Is. 12,2.4b-6; 1Gv 5,1-9; Mc 1,7-11

E proclamava: «Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali. Io vi ho battezzato con acqua, ma egli vi battezzerà in Spirito Santo». Ed ecco, in quei giorni, Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

 

Il battesimo di Gesù conclude le manifestazioni di Gesù, dopo il Natale e l’Epifania. Ora chiunque ha accesso al mistero di Dio che si fa così vicino all’uomo da diventare egli stesso uomo, persona, con tutte le sue potenzialità e difficoltà, per trascinare tutti gli uomini di buona volontà alla salvezza, alla pienezza della vita. Cosa bisogna fare perchè ciò avvenga a ciascuno di noi? Per ognuno la strada è diversa, personalizzata, come lo è stato per Dio-Gesù, figlio del suo tempo, del proprio mbiente, del proprio corpo.

Ma per ciascuno c’è una strada, nessuno escluso. Si tratta di percorrerla in compagnia di Gesù, della sua parola, del suo esempio, della sua presenza nel bello e nel buono che c’è nelle persone attorno a noi,

UN PENSIERO PER RIFLETTERE: Come sarebbe se Dio regnasse in me? Il mio cuore, la mia volontà lo sperimenterebbero come Colui che ad ogni umano evento dà significato. E mi verrebbe il dono supremo: il santo desiderio d’amore nel suo realizzarsi fra Dio e me solo. Ma il nostro è il regno dell’uomo, regno delle cose, degli interessi terreni. Gli uomini devono capovolgere la loro mentalità, dalle cose a Dio e affidarsi a ciò che esce dalla sua bocca: allora viene il Regno di Dio. (Romano Guardini)

UNA PREGHIERA: Tu solo sei vicino a chi si pone lontano da Te. Tu non abbandoni le tue creature come esse abbandonarono il loro Creatore. Se si volgono indietro a cercarti, eccoti già lì, nel loro cuore, nel cuore di chiunque ti riconosce e si getta ai tuoi piedi, piangendo sulle tue ginocchia dopo il suo aspro cammino. Tu prontamente ne tergi le lacrime, Tu, Signore, e non un uomo qualunque, ma tu Signore, il loro Creatore, che li rincuori e li consoli. (Sant’Agostino d’Ippona)