Domenica 26 agosto 2018

Gs 24,1-2a.15-17.18b; Sal 33; Ef 5,21-32; Gv 6,60-69

60 Molti dei suoi discepoli, dopo aver ascoltato, dissero: «Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?». 61 Gesù, conoscendo dentro di sé che i suoi discepoli proprio di questo mormoravano, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62 E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? 63 E’ lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64 Ma vi sono alcuni tra voi che non credono». Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65 E continuò: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre mio». 66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui. 67 Disse allora Gesù ai Dodici: «Forse anche voi volete andarvene?». 68 Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; 69 noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Perchè coloro che hanno ascoltato le parole di Gesù a commento dell’evento straordinario della moltiplicazione dei pani le trovano dure? Non vi è contenuta una grande promessa, per ogni persona? Questo sì. Chi legge il Vangelo ne riconosce il valore, ma è il percorso che spaventa e che, forse, non convince neanche del tutto. Infatti è proprio necessario “mangiare” il Signore? E’ proprio necessario incarnarsi nel proprio tempo totalmente donandosi senza remore a Dio e quindi ai fratelli, come Gesù stesso (in modo che viva attraverso di noi)? Non ci sono percorsi alternativi? Procedure certe con risultati certi? Non so, ma spero di continuare a pensarla come Pietro, nonostante i dubbi: “Da chi andrò, solo tu hai parole di vita eterna”

UN PROPOSITO UN’INTERCESSIONE UN GRAZIE UN PERDONO

Un pensiero per riflettere Quando l’uomo non crede più in Dio, è disposto a credere a tutto. (Chesterton)