DOMENICA 12 NOVEMBRE 2017 32° del Tempo Ordinario

Sap 6,12-16; Sal 62; 1 Ts 4,13-18; Mt 25,1-13

1 Il regno dei cieli è simile a dieci vergini che, prese le loro lampade, uscirono incontro allo sposo. 2 Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; 3 le stolte presero le lampade, ma non presero con sé olio; 4 le sagge invece, insieme alle lampade, presero anche dell’olio in piccoli vasi. 5 Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e dormirono. 6 A mezzanotte si levò un grido: Ecco lo sposo, andategli incontro! 7 Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. 8 E le stolte dissero alle sagge: Dateci del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono. 9 Ma le sagge risposero: No, che non abbia a mancare per noi e per voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene. 10 Ora, mentre quelle andavano per comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. 11 Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: Signore, signore, aprici! 12 Ma egli rispose: In verità vi dico: non vi conosco. 13 Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora.

Cosa rappresenta quest’olio che dobbiamo sempre portarci appresso per essere pronti quando il Signore chiama? Naturalmente tutti penseremo alla fede, alla preghiera che la alimenta e la sostiene, ma credo che l’olio sia anche costituito dalle opere stesse che compiamo, che a loro volta sostengono e rendono viva e presente in ogni oggi la fede che professiamo. Ecco perchè cerco di allontanare da me la tentazione di dire: “prego qundo ne ho voglia” oppure “leggo il Vangelo quando ne ho l’occasione” e mi sforzo di tenere uno spazio quotidiano alla preghiera e al Vangelo, così come dovrei fare con la premura verso i fratelli, perchè non so attraverso quale frase, attraverso quale riflessione, attraverso quale fratello, il Signore deciderà di incontrarmi: e quell’incontro mi dispiscerebbe perderlo.

Un pensiero per riflettere “Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora”. Vegliare, vigilare, è andare incontro al Signore con le lampade del desiderio accese; è essere saggi, cioè pronti a vivere il tempo lungo dell’attesa con l’aiuto dell’olio dell’intelligenza. E ciò tenendo presente – come rivela Gesù con grande realismo – la possibilità di addormentarci, ovvero di dimenticare, di rimuovere l’orizzonte della venuta del Signore. Come fare fronte a questa che è più di una possibilità, è una realtà? Lottando ogni giorno per non lasciare appesantire le nostre vite dalla routine, dalla ripetitività del quotidiano, che è pur sempre l’oggi di Dio, l‘unica porta d’accesso nel mondo alla venuta finale del Signore. “Beati quei servi che il Signore alla sua venuta troverà vigilanti!”. (Monastero di Bose)