Sabato 27 gennaio 2018

2Sam 12,1-7a.10-17; Sal 50; Mc 4,35-40

In quel giorno, venuta la sera, disse loro: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».

Ricordiamo sempre la domanda alla base di questa prima parte del Vangelo di Marco: chi è Gesù? E’ importante saperlo perché la nostra fede è una fede non in regole e precetti perfetti, ma in una persona. Dalla conoscenza di lui e dalla comunione con lui derivano la nostra strada da seguire e la forza per seguirla. Ebbene egli è colui che è presente anche nelle burrasche, che ci aiuta e ci insegna a dominare la disperazione, il dolore, le difficoltà: niente paura.

UN PENSIERO PER RIFLETTERE:  Se senti vacillare la fede, per la violenza della tempesta, calmati: Dio ti guarda. Se ogni cosa che passa cade nel nulla, senza più ritornare, calmati: Dio rimane. Se il tuo cuore è agitato e in preda alla tristezza, calmati: Dio perdona. Se la morte ti spaventa e temi il mistero e l’ombra del sonno notturno, calmati: Dio risveglia. Dio ci ascolta quando nulla ci risponde; è con noi quando ci crediamo soli. Ci ama anche quando sembra che ci abbandoni. (Agostino d’Ippona)