Venerdì 26 gennaio 2018
2Sam 11,1-4a.5-10a.13-17; Sal 50; Mc 4,26-34
In quel tempo, Gesù diceva alla folla: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.
Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno. Quindi diventiamo come agricoltori che sanno seminare del bene, grande o piccolo. Da questo, non si sa neanche bene come avvenga, maturano altri frutti di bene, cresce in noi che seminiamo e in coloro che raccolgono frutti la coscienza che il bene vince, alla fine. Nella fede però noi conosciamo, se non il meccanismo, almeno l’autore della prodigiosa maturazione anche del più piccolo seme, Gesù. Continuiamo dunque a seminare negli altri, dando loro fiducia e ringraziamo chi continua a seminare in noi, dandoci fiducia.
UN PENSIERO PER RIFLETTERE: Semina, semina, l’importante è seminare. Semina tutto ciò che c’è di bello in te, le piccole cose, i nonnulla. Semina, semina e abbi fiducia, ogni granellino arricchirà un piccolo angolo della terra. (Ottaviano Menato)