Venerdì 12 gennaio 2018

1Sam 8,4-7.10-22a; Sal 88; Mc 2,1-12

Dopo alcuni giorni, Gesù entrò di nuovo a Cafàrnao. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola. Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati». Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te – disse al paralitico –: àlzati, prendi la tua barella e va’ a casa tua». Quello si alzò e subito presa la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

Queste parole ci invitano innanzitutto a credere nella forza del perdono, dato e ricevuto. Ma evidenzia anche la fede dei quattro amici che non si fermano davanti a nulla e portano il paralitico a Gesù. Gesù elogia la loro fede, ma secondo me anche la loro premura per un fratello. Parliamo oggi al Signore dei nostri amici, soprattutto di quelli che ci sembrano paralizzati dagli affanni e dalle vicissitudini della vita e gioiamo se ci vengono in mente amici che probabilmente pregano per le nostre paralisi e ringraziamo per i monaci e le monache che consacrano la vita alla preghiera affidando ad essa le paralisi del mondo .

UN PENSIERO PER RIFLETTERE:  “Chi è assiduo nella lettura della Parola di Dio, quando legge si affatica,ma in seguito è felice perché gli amari semi della lettura producono in lui i dolci frutti.

(S. Girolamo)