Martedì 9 gennaio 2018
1Sam 1,9-20; Sal 1Sam 2,1.4-8; Mc 1,21-28
In quel tempo, nella città di Cafarnao Gesù, entrato proprio di sabato nella sinagoga, si mise ad insegnare. Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità e non come gli scribi. Allora un uomo che era nella sinagoga, posseduto da uno spirito immondo, si mise a gridare: «Che c’entri con noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci! Io so chi tu sei: il santo di Dio». E Gesù lo sgridò: «Taci! Esci da quell’uomo». E lo spirito immondo, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Una dottrina nuova insegnata con autorità. Comanda persino agli spiriti immondi e gli obbediscono!». La sua fama si diffuse subito dovunque nei dintorni della Galilea.
Il Vangelo di Marco cerca di farci incontrare Gesù attraverso i suoi insegnamenti. Cerca di farcelo via via conoscere. Ci presenta incontri che Gesù ha fatto, trasformando le persone coinvolte nell’incontro. Infatti l’evangelista vuole comunicarci ciò che egli stesso ha vissuto. L’incontro con Gesù è una novità assoluta, perchè egli promette e può costruire con noi una vita nuova, di bellezza e bontà, in quanto il suo insegnamento ha l’autorità di chi lo ha vissuto in prima persona e può vincere il male con il bene anche dentro ciascuno di noi.
Un pensiero per riflettere: La violenza non è forza ma debolezza, né mai può essere creatrice di cosa alcuna, ma soltanto distruggerla.(Benedetto Croce)