Giovedì 23 novembre 2017
1Mac 2,15-29; Sal 49 Lc 19,41-44
Quando fu vicino, alla vista della città, pianse su di essa, dicendo: “Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte; abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata”.
Gesù stava marciando verso Gerusalemme, centro del culto religioso. Si è reso conto che Gerusalemme sta per rifiutarlo: lo ha già detto ai suoi apostoli. Ha inveito sulla città che non accoglie la parola di salvezza di Dio. Ma piange anche per questa città. Una volta al gruppo giovani abbiamo parlato della Chiesa, abbiamo trovato i suoi difetti, ma siamo anche giunti a concludere, come disse lo scrittore Bernanos, che la Chiesa più che di riformatori ha bisogno di santi e abbiamo concluso noi che come è anche giusto criticarla, questo va fatto amandola, per non cadere in stereotipi inutili.
Un pensiero per riflettere: Signore fa’ di me uno strumento della Tua pace. Dove c’e’ odio, io porti amore. Dove c’e’ discordia io porti l’unione. Dove c’e’ errore, io porti la verita’. Dove c’e’ dubbio, io porti la fede. Dove c’e’ disperazione io porti la speranza. O Divino Maestro, che io non cerchi tanto di essere consolato quanto di consolare. Di essere compreso quanto di comprendere. Di essere amato, quanto di amare. Infatti: donando si riceve. Dimenticandosi si trova comprensione. Perdonando si e’ perdonati. Morendo si risuscita alla vera Vita. (San Francesco d’Assisi)