Mercoledì 22 novembre 2017
2Mac 7,1.20-31; Sal 16 Lc 19,11-28
Mentre essi stavano ad ascoltare queste cose, Gesù disse ancora una parabola perché era vicino a Gerusalemme ed essi credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: “Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un’ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. Venne poi anche l’altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi. Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci Gli risposero: Signore, ha già dieci mine! Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”.
La parabola-esempio di Gesù cerca di rispondere ai discepoli che vedono che i tempi stringono e Gesù si avvicina a Gerusalemme parlando più spesso di una possibile brutta fine. Per questo la parabola è più dura del solito secondo me. Gesù non è un buonista: è sempre disposto ad accogliere chiunque, ma allo stesso tempo ci dice che la scelta o la non scelta che facciamo può avere conseguenze serie. E’ ora di mettersi in gioco davvero; lui ci vuole bene, vuole il meglio per noi e quindi è preoccupato che noi si temporeggi troppo per paura di scegliere, di sbagliare, di comprometterci. E allora sveglia!
Un pensiero per riflettere: Più doniamo la nostra vita agli altri, più aumenta il suo valore. (Heinrich von Kleist)