Martedì 21 novembre 2017
2Mac 6,18-31; Sal 3 Lc 19,1-10
Entrato in Gerico, attraversava la città. Ed ecco un uomo di nome Zaccheo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere quale fosse Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, poiché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per poterlo vedere, salì su un sicomoro, poiché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua”. In fretta scese e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: “E’ andato ad alloggiare da un peccatore!”. Ma Zaccheo, alzatosi, disse al Signore: “Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto”. Gesù gli rispose: “Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo; il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.
Ad un incontro tra sposi che abbiamo fatto a Mussotto tempo fa ci siamo proprio confrontati su questo brano. Il commento che mi ha colpito di più è quello che ha visto in Zaccheo non tanto un convinto sostenitore di Gesù che fa di tutto per incontrarlo, ma forse solo una persona curiosa, che si pone delle domande, anche se la routine del suo quotidiano prosegue indifferente. E ponendosi domande si incuriosisce di chi annuncia e vive con novità, bene, gioia. E’ così che si può incontrare lo sguardo di Gesù. Più che avere risposte preconfezionate, il credente si pone domande e crea lo spazio interiore per l’incontro rivoluzionario con Gesù.
Un pensiero per riflettere: Di grandi peccatori si possono fare grandi santi. (Batoli)