Lunedì 20 novembre 2017
1Mac 1,10-15.41-43.54-57.62-64; Sal 118 Lc 18,35-43-
Mentre si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto a mendicare lungo la strada. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli risposero: “Passa Gesù il Nazareno!”. Allora incominciò a gridare: “Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Quelli che camminavano avanti lo sgridavano, perché tacesse; ma lui continuava ancora più forte: “Figlio di Davide, abbi pietà di me!”. Gesù allora si fermò e ordinò che glielo conducessero. Quando gli fu vicino, gli domandò: “Che vuoi che io faccia per te?”. Egli rispose: “Signore, che io riabbia la vista”. E Gesù gli disse: “Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato”. Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo lodando Dio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.
Credo che nei nostri giorni ci sia ancora la cecità nei confronti delle cose di Dio, spesso dovuta alla frenesia della nostra vita, al non accettarne i silenzi, tentando di riempirli con qualunque cosa. Forse qualcuno sta annunciando il passaggio di Gesù, la possibilità di incontrarlo. Ma forse non abbiamo la voglia e la forza di gridare a lui (come tra l’altro spesso sembra facciano i salmi che stiamo pregando). Oggi urliamo a Gesù, come fanno spesso i salmisti, la nostra cecità e il desiderio di esserne guariti per vedere il mondo “con gli occhi suoi misericordiosi”.
Un pensiero per riflettere: Gli uomini che vivono di fede vedono tutto in un’altra luce. (Lothar Zenetti)