Sabato – 18 novembre 2017
Sap 18,14-16;19,6-9; Sal 104 Lc 18,1-8
Disse loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: «C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi». E il Signore soggiunse: «Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui, e li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».
Uno dei molti brani che il Vangelo di Luca dedica alla preghiera. In particolare in questo siamo condotti a riflettere sulla preghiera di richiesta e di intercessione. Essa deve essere insistente, cioè convinta, convinta che Dio possa davvero intervenire oppure che pregando in questo modo la nostra persona si rinnovi in modo da vivere diversamente quello che capita a noi o al mondo che ci circonda. Si conclude con una domanda che io rifarei così: abbiamo ancora qualcosa da chiedere al Signore? Ci sentiamo autosufficienti? O le nostre richieste le rivolgiamo ad altri?
Un pensiero per riflettere Una fede: ecco che cosa è necessario all’uomo. Disgraziato chi non crede nulla. (Victor Hugo)