Martedì 24 ottobre 2017

Rm 5,12.15b.17-19.20b-21; Sal 39 Lc 12,35-38

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Siate pronti, con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli aprano subito.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell’alba, li troverà così, beati loro!».

Se anche nella notte e nell’oscurità di certi momenti della nostra vita rimaniamo svegli, attenti alle cose che contano, disponibili verso il bene nostro e altrui, con le orecchie e il cuore aperti ad accogliere il nostro padrone, che è Dio, che è l’amore incondizionato, per aprirgli, magari solo per portarci consolazione, o per chiamarci a qualche missione, o per aiutarci a scegliere il bene e la vita nelle decisioni quotidiane, o per riconoscere negli altri il nostro prossimo, o per spingerci a perdonare e a ringraziare, se anche nella notte e nell’oscurità di certi momenti della nostra vita rimaniamo svegli, beati noi, beati.

Un pensiero per riflettere: Ti ho trovato in tanti posti, Signore. Ho sentito il battito del tuo cuore nella quiete perfetta dei campi, nel tabernacolo oscuro di una cattedrale vuota, nell’unità di cuore e di mente di un’assemblea di persone che ti amano. Ti ho trovato nella gioia, dove ti cerco e spesso ti trovo. (MADRE TERESA)